La promozione nella Football League ottenuta al termine della stagione 2010-11 è stata davvero molto importante perchè ha permesso ai Dons di
compiere un altro passo sulla strada che gli potrà permettere di riguadagnare
il posto nella piramide del calcio inglese che i sostenitori del Wimbledon
credono sia quello giusto, il posto che è stato loro preso in modo
controverso... la Premier League!
Infatti dopo decenni di grande storia culminata con
l'incredibile vittoria in FA CUP nel 1988 e dopo 14 anni di permanenza nella
massima serie inglese, il vecchio Wimbledon FC, si è ritrovato nella stagione
1999-2000 retrocesso in First Division ed in una situazione finanziaria
precaria a causa della pessima gestione dei proprietari del Club.
La fondazione del Club risale al 1889 con il nome di
Wimbledon Old Central da parte di alcuni alunni della Old Central School. Bel
1910 il nome venne cambiato in Wimbledon Borough. Un anno dopo fu ribatezzato
semplicemente Wimbledon ed il Club trovò anche uno stadio, il Plough Lane che
sarebbe rimasto la casa della squadra per 79 anni.
Il Club mantenne un livello dilettantistico fino al 1977 quando ottenne la promozione nella Football League.
In sole nove stagioni, e quindi nel 1986, il Wimbledon
approdò addirittura nella Prima Divisione inglese dove restò fino al 2000 (nel
1992 fu quindi tra le squadre che parteciparono alla nuova Premier League).
Come già in un precedente articolo questa grande scalata culminò con la
grandissima e sorprendente conquista della FA CUP ne 1988 contro il Liverpool.
La gestione del Club era già da molti anni in pessime mani e
già alla fine della stagione 1990/91 il Wimbedlon dovette cedere il proprio
stadio, il mitico Plough Lane, trasferendosi a giocare le partite casalinghe in
locazione al Sellhurts Park, stadio di proprietà del Crystal Palace.
Dopo 79 anni il Wimbledon FC lasciò il Plough Lane... fu un
duro colpo per i tifosi, ma perlomeno il trasferimento era comunque sempre a
Londra e momentaneo (almeno così pensavano i tifosi).
Nell'estate del 2000 uno dei proprietari, il norvegese
Gjelsten, proclamava che il Wimbledon sarebbe tornato in Premier League in 3
anni e che avrebbe costruito un nuovo stadio da 30.000 posti..
I tifosi sognavano di tornare a casa ignari di un accordo
tra Koppel, uno dei nuovi proprietari del club, e Winkelman, uomo d'affari
inglese, che prevedeva la costruzione di un nuovo stadio a Milton Keynes, città
tra Londra e Birmingham con più di 200mila abitanti, ma senza uno stadio e
soprattutto una squadra...
L'intento di Winkelman era quello di portare il Wimbledon a
Milton Keynes così che la città potesse avere una squadra da far giocare nello
stadio già progettato.
Per cercare di convincere i tifosi e la Football
Association, Koppel mise in grande risalto il fatto che il Wimbledon fosse
l'unica squadra senza uno stadio e che la situazione finanziaria deficitaria
potesse essere risolta solo con il trasferimento a Milton Keynes... in caso
contrario il Wimbledon avrebbe rischiato il fallimento.
Dopo varie proteste dei tifosi, varie discussioni tra il
Consiglio di Lega, la Football Association ed i proprietari del Club le
problematiche erano molte ed anche gli organi calcistici inglesi non sapevano
quale decisione prendere dato che lo spostamento del Wimbledon in un'altra
città era una cosa fuori dal comune e contro i regolamenti.
I tifosi non si arresero mai e continuarono a lottare
affinchè il proprio Club rimanesse vivo e rimanesse "a casa",
attraverso tantissime iniziative e proteste.
Inizialmente la battaglia sembrava vinta dato che una
sentenza diede ragione ai tifosi.
Alla fine della stagione 2001/02 però, dopo il ricorso fatto
dai legali di Koppel, la Lega decise di fare ricorso alla regola K della
normativa interna della FA sull'arbitrato, la quale prevede la creazione di una
commissione apposita qualora la disputa verga sulle regole fondamentali
dell'ordinamento calcistico.
La commissione era formata dal Presidente Charles Hollander
(avvocato), David Dein (vice presidente dell'Arsenal e con cariche sia nella FA
che nella Uefa), Douglas Craig (presidente dello York City).
La commissione annullò la precedente sentenza e rimandò la
risoluzione del problema alla Lega che a sua volta la girò nuovamente alla FA.
La Fa nominò una commissione esterna per avere la massima
imparzialità, composta dal Presidente Raj Parker (Avvocato), Alan Turvey
(presidente della Ryman League) e da Steven Stride (dirigente dell'Aston
Villa).
Il 14 maggio iniziò l'esamina del caso con i tifosi in
"veglia" fuori dalla sede della FA fino al giorno della sentenza.
Il 28 maggio 2002 arrivò la sentenza che diede parere
favorevole allo spostamento del Club a Milton Keynes. La commissione giustificò
la sentenza affermando che gli interessi dei tifosi erano importanti, ma che
questi avrebbero portato il Club al fallimento e che far rinascere il Wimbledon
non sarebbe stato bell'interesse del calcio in generale.
Parole assurde in nome di un calcio business e fatto di
interessi.
Ma i tifosi non si arresero ed il calcio, quello vero, fatto
di passione e tifo, vinse ancora una volta, quando il 30 maggio 2002 i tifosi
del Wimbledon si ritrovarono al Wimbledon Community Centre e presero la
decisione di fondare un nuovo Club che potesse partecipare alla stagione
2002-2003.
La passione e la determinazione dei tifosi portò alla
formazione del nuovo Club in un paio di mesi a cui i tifosi diedero il nome
"AFC Wimbledon".
Il Nuovo crest |
Il nome scelto voleva far capire che questo non era un nuovo
Club nato dal Wimbledon, ma il Wimbledon vero e proprio, con la sua storia ed i
suoi trionfi.
Vennero raccolti i fondi tra i tifosi necessari ad iscrivere
la squadra, venne decisa la condivisione dello stadio Kingsmeadow con la
Società del Kingstonian, uno stadio poco fuori dai confini di Merton, a
Kingston.
L'AFC Wimbledon partì dal 9° livello della football pyramid,
nella Combined Counties League, dato che interpellò troppo tardi la Ryman
League.
Venne formato un Trust, il Dons Trust, organo democratico
formato dai tifosi ed unico proprietario dell'AFC Wimbledon.
Terry Eames, ex giocatore del Wimbledon, divenne
l'allenatore e poi si tennero i provini per i giocatori.
Il 10 luglio ci fu l'esordio ufficiale dell'AFC Wimbledon in
un'amichevole contro il Sutton United davanti ad addirittura 5.000 spettatori!
La settimana seguente venne segnato il primo gol contro il
Bromley sempre in amichevole ed il 17 agosto arrivò la prima vittoria suk campo
del Sandhurst Town.
Wilkeman e Koppel, che nel frattempo avevano formato il
Milton Keynes Dons, non erano certo contenti della nascita dell'AFC, ma spero
che almeno abbiano capito cosa sia veramente il calcio!!!
Successivamente poi l'AFC Wimbledon riuscì ad ottenere
giustamente i Trofei conquistati dal Wimbledon FC dimostrando di essere il vero
Wimbledon!
Sappiamo tutti il fantastico percorso fatto dai
"Wombles" che in poche stagioni hanno scalato le classifiche dei
campionati di Non-League fino ad arrivare finalmente e meritatamente nella
Football League!
Dopo aver terminato terzo alla fine della prima stagione, i
Dons vinsero il campionato nel 2004. La stagione successiva vinsero la Ryman
League First Division South.
Lo slancio verso l'alto si è avuto con l'arrivo di Terry
Brown nel 2007. Nel suo primo anno il manager ha portato l'AFC fuori dalla
Ryman tramite i playoff, e la stagione dopo ha vinto la Conference South al
primo tentativo.
La Blue Square Premier si è dimostrata difficile, ma nell'aprile 2011, tramite i playoff ai calci di rigore nella Finale contro il Luton Town, il Wimbledon è stato promosso nella Football
League.
La prima partita in Football League è stata giocata il al Kingsmeadow contro il Bristol Rovers che si è imposto con il risultato di 2-3.
Ma per i Wombles è stato comunque un giorno di festa e di grande commozione; per l'occasione è stata indossata una maglia celebrativa nel ricordo di quella che il Wimbledon FC indossò il 20 agosto 1977 contro l'Halifax Town (partita terminata con il risultato di 3-3) in occasione della prima partita nella Football League.
Come già descritto nel racconti dei miei viaggi ho avuto l'enorme piacere di visitare lo stadio dei Wombles e successivamente di assistere ad una loro partita.
Un'emozione incredibile, una soddisfazione personale immensa.
Durante la stagione in corso il destino ha riservato un sorteggio molto particolare per i Dons che nel Secondo Turno di FA CUP hanno dovuto affrontare proprio il MK Dons.
Se da una parte questa poteva sembrare una partita attesa da anni, una rivincita, una vendetta, per i tifosi del Wimbledon la ferita è ancora troppo aperta e molti avrebbero preferito non dover affrontare i rivali andando in quello stadio che qualcuno avrebbe voluto far diventare la loro casa.
Questa la reazione di un amico tifoso del Wimbledon nel momento dei sorteggi (in quel momento il MK non era ancora qualificato) che può ben far capire lo stato d'animo dei tifosi:
"Il sorteggio di cui molti avrebbero fatto a meno
Allorquando Cyril Regis pesca nell’urna quasi vuota la
pallina corrispondente a “Cambridge City/Milton Keynes Dons”, non si fa in
tempo a pensare: “18”, che la manona di John Wark tira fuori la biglia nera e
scandisce “eighteen”, mostrando il numero alla telecamera. “York City/AFC
Wimbledon”, conferma il conduttore.
Non è la prima volta che accade. Nel novembre 2010 l’AFCW
battendo l’Ebblesfeet avrebbe incontrato la vincente tra Stevenage e Milton
Keynes; caso volle che lo Stevenage vinse e il tutto sfumò. Oggi siamo nella
stessa situazione: il compito del MK è molto più semplice, dovendo sconfiggere
in casa propria una squadra del settimo livello della piramide calcistica
inglese, il Cambridge City. Ben più difficile il compito dell’AFCW, visto anche
il suo curriculum casalingo: vincere contro lo York City è tutt’altro che
scontato e una sconfitta non sarebbe una sorpresa clamorosa.
Ciò che appare più interessante sono però i sentimenti dei
tifosi dell’AFCW.
È storia ben nota agli appassionati di calcio inglese la
nascita dei Milton Keynes Dons. In breve, con l’avallo vergognoso della FA, il
club venne rilocato a Milton Keynes per ragioni puramente economiche. Nei
fatti, ai tifosi del Wimbledon FC venne scippato il loro club, radicato nella
comunità di Merton, e ripiantato in una città distante ottanta miglia dal suo
luogo di origine, con la disinvoltura con cui negli Stati Uniti si sposta una
franchigia da una città all’altra (vi siete mai chiesti quanti “lacuali”
possano esservi a Los Angeles? E quanti seriosissimi Mormoni amino
svisceratamente il Jazz a Salt Lake City?). Legalmente quindi il WFC continuò
ad esistere in quel di Milton Keynes; ma per i tifosi la questione era
inaccettabile. Venne in quel momento (nel 2002) fondato un club che
spiritualmente rappresentasse la continuazione di ciò che era stato sino ad
allora rappresentato dal WFC: L’AFC Wimbledon, che ricominciò dal nono livello
della piramide e arrivò in nove anni al ritorno in Football League. Negli anni
i trofei conquistati dal WFC furono riconsegnati alla municipalità di Merton.
Nonostante quanto esposto sopra, per i tifosi dell’AFCW
l’incontro con il MK, che ancora porta il suffisso “Dons”, è doloroso. Da
esterni, seppur appassionati di questa squadra per la storia che si porta
dietro, si spererebbe in un incontro che mostrasse al mondo – seppur ce ne
fosse ancora bisogno – quale è il vero spirito del football.
Molti tifosi non la pensano così. È temuto ogni anno il
sorteggio del Johnstone’s Paint Trophy, che avvenendo per i primi turni su base
regionale aumenta le possibilità di un accoppiamento. E anche prima
dell’attuale sorteggio serpeggiava la preoccupazione per un possibile
abbinamento. Sono ancora vive, quindi, le ferite del 2002, che portarono alla
fine della propria squadra del cuore e alla rinascita del nuovo club. È come se
se ne fosse andata lontano una persona amata, che d’istinto si odia ma di cui
nel profondo se ne sente la mancanza. E un incontro sarebbe angosciante. Per
questo numerosi tifosi diserterebbero la trasferta. Già nel 2010 il Club emanò
un comunicato: “Molti sanno il modo in cui MK ha ottenuto il proprio Club di
calcio. Era sbagliato allora ed è ancora oggi sbagliato, e ciò rende questa
partita (che non si giocò mai ndr) molto dolorosa per noi (…) Avremmo preferito
che questa partita non avesse luogo. Non abbiamo altri commenti al momento”.
Oggi è stato diramato un comunicato simile. “(…) AFC Wimbledon
è un club detenuto dai tifosi. Siamo orgogliosi di questo e del fatto che siamo
tornati nella Football League per merito, risalendo la piramide calcistica.
Anche se avremmo preferito non essere sorteggiati in questo accoppiamento,
approcceremo questa partita, qualora avesse luogo, in maniera professionale
(…)”.
Per queste ragioni tra i tifosi c’è chi in cuor suo maledice
il gol di Charlie Strutton che ha portato al pareggio di York, e chi non si
dispererebbe troppo per una sconfitta nel replay.
Un’altra parte della tifoseria inizia invece ad affrontare
il problema, riflettendo sul fatto che prima o poi l’incontro debba esserci, a
livello di campionato o di coppa. In più, accedere al terzo turno di FA Cup,
battendo proprio MK, rappresenterebbe in fondo una grande gioia.
I tifosi dell’AFC Wimbledon stanno quindi vivendo una
situazione unica tra i tifosi di tutto il mondo, rappresentando loro malgrado
il vecchio calcio in lotta contro il calcio moderno."
Io ho
risposto così:
"Solo loro, i tifosi che hanno vissuto personalmente
quelle tristi vicende, possono veramente sentire questo match con un trasporto
unico che noi probabilmente non possiamo comprendere. Rispetto quindi le loro
opinioni ed i loro sentimenti, ma credo che l'importante sia passare il turno
di FA CUP, poi se capiterà di sfidare proprio loro, allora ben vengano!"
Credo infatti che soltanto i veri tifosi di questo meraviglioso club possano aver vissuto delle emozioni uniche che soltanto loro possono capire; noi non possiamo permetterci di giudicarle, ma possiamo cercare di capirle.
La partita si è giocata il 2 dicembre 2012, tantissima tensione, tantissime emozioni.. la partita è stata trasmessa in diretta tv ed è stato bellissimo vedere il popolo del Wimbledon così pieno di orgoglio ed entusiasmo.
Il risultato finale è stato di 2-1 per il MK Dons (squadra che attualmente milita in League One, una categoria sopra al Wimbledon), ma le emozioni sono state davvero tante soprattutto quando Midson ha segnato il gol del momentaneo 1-1 per i Wombles.
Il Wimbledon ha giocato bene ed è stato sfortunato dato che, dopo un clamoroso gol sbagliato da Gregory, ha subìto il gol del 2-1 proprio al 90° con un gol abbastanza rocambolesco.
Ma va bene così, l'AFC Wimbledon ed i suoi fantastici tifosi sono potuti uscire dal MK Stadium a testa alta, orgogliosi ancora di più di essere il vero Wimbledon!
Per maggiori informazioni consiglio di leggere il libro
"Noi siamo il Wimbledon" di Stefano Faccendini da cui ho tratto parte
di questo racconto.
Qui di seguito una mia recensione di qualche anno fa del
libro:
Da parecchi anni ormai seguo con passione il calcio inglese
ed in particolare l’Arsenal, ma solo dopo aver letto questo fantastico libro
scritto da Stefano Faccendini, posso dire di conoscerlo veramente. Questo
perché il calcio inglese è fatto di tante storie, di tanti episodi, di piccole
squadre e di piccole tifoserie che però sanno rendere grande questo sport in
Inghilterra. La televisione ed i giornali, è vero, danno ormai molte
informazioni sul calcio inglese, ma, diciamo così, solo quello d’elite, quello
che “conta”. E’ facile ormai sapere tutto su Arsenal, Liverpool, Manchester e
Chelsea, ma questo calcio è fatto anche di squadre come l’FC United of
Manchester e come l’AFC Wimbledon. Sicuramente fino a quando non si conosce la
storia dell’AFC Wimbledon in particolare, non si può dire di sapere fino dove
può arrivare il calcio d’oltre manica grazie alla passione ed all’amore dei
tifosi. La storia dell’AFC Wimbledon è infatti veramente appassionante e densa
di significato, densa di emozioni, emozioni vere, una storia di tifosi, di
tifosi veri. Questa è una di quelle vicende, magnificamente descritta ed
ottimamente spiegata in ogni particolare dall’autore, che riempiono il cuore e
che fanno inevitabilmente innamorare di questo club, di questi meravigliosi
tifosi e di questo sport. E’ facile tifare per le grandi squadre che vincono,
che comprano e vendono campioni, che pagano esorbitanti stipendi, che riempiono
gli stadi di tifosi veri, ma anche di tifosi, o clienti, come li definisce
Faccendini, attratti dallo spettacolo del calcio, dagli stadi moderni con
comode poltroncine, con negozi pieni di gadgets di ogni tipo, con ristoranti e
“executive box”, ma non dalla fede verso i colori della propria squadra del
cuore. Questo non significa che tifare per squadre importanti sia sbagliato, io
stesso tifo per l’Arsenal, non per scelta, ma per amore, perché quando una
squadra entra nel cuore di un tifoso non c’è niente da fare, che sia una
squadra vincente e famosa o che sia una squadra piccola che milita in categorie
inferiori, quella è la sua squadra. Si possono però avere delle simpatie e
delle passioni anche verso altri club, magari proprio perché si resta colpiti
da storie particolari, da episodi curiosi. Leggendo questo libro ho capito
quanto possa essere bello tifare anche per una squadra che gioca per degli
obiettivi meno importanti forse, ma che gioca con impegno, che non vince
Champions League, che non ha fuoriclasse strapagati, ma ha un cuore grande,
rappresentato dai suoi tifosi. Tifosi, nel caso dell’ AFC Wimbledon, che pur di
restare fedeli ai colori gialloblu, che pur di mantenere la propria squadra nel
loro quartiere originario, hanno rinunciato alla Football League ed hanno
preferito fondare e finanziare un club semiprofessionistico costretto a
ripartire dai bassifondi della piramide calcistica inglese.
Ammiro questa gente e mi piacerebbe far parte di un tifo
così forte, più forte di tutto e di tutti. Sono convinto che la tifoseria dei
gooners sia fedele ed appassionata allo stesso modo e che sarebbe pronta a
seguire l’esempio dei Wombles se, mi auguro di no ovviamente, si dovesse
trovare un giorno nella stessa situazione, ma forse per il contesto più piccolo
e per i fatti accaduti, trovo i tifosi dell’ AFC Wimbledon davvero unici e
fantastici. Lo so, non sarò mai uno di loro, io non ho sofferto come loro, io
non ho combattuto come loro, io non ho tifato come loro magari sotto la pioggia
in una partita della Combined Counties League, io non ho contribuito alla
rinascita del club, io non ho contestato la dirigenza nei momenti difficili, ed
io ho scoperto solo ora la loro storia e mentre loro lottavano per far
sopravvivere la loro squadra io me ne stavo beatamente in Italia a guardarmi i
mondiali di Corea e Giappone senza minimamente pensare a quello che stavano
passando. Però la loro storia mi ha talmente appassionato che rimpiango il
fatto che a quei tempi ancora non conoscevo così bene il calcio inglese, ancora
non mi appassionavano queste storie di queste piccole realtà, ma mi interessava
solo sapere chi avrebbe vinto la Premier, la Champions, i Mondiali o il Pallone
d’Oro. Adesso seguo con passione tramite internet il calcio inglese cosiddetto
“inferiore”, ma non sarà mai come assistere ad una partita dal vivo, magari al
Kingsmeadow, lo stadio in cui ora giocano i “Wombles”… certo, come sono già
stato all’Emirates Stadium parecchie volte, così potrò anche andare lì ogni
tanto, ma non certo a tutte le partite, come invece fanno sicuramente i tifosi
veri. Ma questo è purtroppo il limite di noi italiani tifosi di squadre
inglesi… Sicuramente ci sono altre storie interessanti nel calcio inglese, ma
quella del Wimbledon è davvero particolare ed affascinante (dal nostro punto di
vista, per i tifosi immagino sia stata una storia per certi versi “tragica” dal
punto di vista sportivo, ma anche emotivo), perché è stato un club che ha sempre
sofferto, e anche quando dopo tanti anni di storia è riuscito a raggiungere con
meriti puramente sportivi l’ “Olimpo della Premier” ed addirittura a vincere
una storica, fantastica e memorabile FA Cup ha dovuto arrendersi, ma non per
demeriti sul campo, ma per colpa di gente ricca e senza scrupoli che non ha
esitato ad anteporre i propri interessi a quelli del club e dei suoi tifosi,
calpestando i loro sentimenti.
Il Wimbledon FC ha dovuto arrendersi con la fondazione da
parte di queste persone del nuovo club con sede a Milton Keynes, ma i suoi
tifosi no, i suoi tifosi non si sono arresi e, anzi, hanno cominciato a lottare
con tutte le loro forze, ed alla fine sono riusciti ad ottenere un risultato
fantastico: la loro squadra, da loro stessi fondata e gestita, è quindi tornata
a casa (anche se non proprio a Merton, ma lì vicino a Kingston) , niente Milton
Keynes, niente Selhurst Park (dove avevano dovuto giocare dopo la vendita del
loro stadio, il Plough Lane), niente fusioni con altri club, ma solo AFC Wimbledon!!!
Loro non si sono mai arresi ed hanno dimostrato come la passione possa battere
i soldi ed il potere, la passione dei tifosi, questo fa diventare il calcio uno
sport bellissimo, questo e solo questo. Oggi il Kingsmeadow è sempre pieno e
l’entusiasmo, dopo l’ennesima promozione appena ottenuta che porterà l’AFC
Wimbledon nella Conference National, e quindi ad un passo dalla Football
League, è alle stelle e la squadra ha mantenuto il suo spirito combattente di
sempre, come quello che contraddistingueva il Wimbledon FC in Premier League,
qualche anno fa quando era conosciuto come la “Crazy Gang”. Chissà , forse il
giorno in cui potranno incontrare il MK Dons (la squadra che ora gioca a Milton
Keynes) non è poi così lontano… Di questo libro mi ha anche incuriosito il
fatto che l’autore sia italiano; ho quindi capito, con grande piacere, che come
me ci sono tanti altri italiani che, stanchi di un calcio, il nostro, ormai
interessato solo al business, solo alle vittorie, ai soldi, al gossip ed alle
polemiche arbitrali, si rifugiano in questo calcio, totalmente diverso da
quello a cui eravamo abituati e nel quale si possono trovare “favole” come
quelle dell’AFC Wimbledon. Mi complimento con lui e lo ringrazio per avermi
fatto conoscere questa storia, questa squadra e questi tifosi: per me è stato
molto importante. Per concludere consiglio a tutti coloro che ancora non lo
abbiano fatto, di leggere questo libro, di farlo subito, di farlo con passione
e di farlo per capire veramente cosa può rappresentare il calcio inglese e cosa
può significare amare con tutto il cuore la propria squadra. Sono sicuro che
nessuno resterà deluso e che se l’AFC Wimbledon esiste lo deve ai propri tifosi
e che per continuare ad esistere ha bisogno di nuovi appassionati, ha bisogno di
tutti coloro che credono in questo calcio, non nel calcio dei ricchi e dei
potenti, ma nel nostro calcio, nel calcio dei tifosi. Una frase del libro che
mi è rimasta impressa è stata pronunciata da uno di quei tifosi, uno di quei
tifosi che non si è mai arreso, quando, rispondendo a precisa domanda disse che
non poteva scegliere tra cosa preferisse tra il fallimento del Wimbledon Fc e
lo spostamento del club a Milton Keynes, perché per lui erano la stessa cosa e
rappresentavano entrambe la fine della sua squadra del cuore.
“Football
is nothing without fans” - Jock Stein (1922-1985)
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