Il termine mod, abbreviativo di modernism (termine coniato
inizialmente per definire i fan del "modern jazz"), fa riferimento
alla subcultura giovanile che si sviluppò a Londra, nel Regno Unito, nei tardi
anni cinquanta e raggiunse il picco di popolarità nel decennio successivo.
Il logo identificativo del movimento mod è il simbolo della
Royal Air Force (l'aeronautica militare britannica), spesso presente sui
giacconi Parka indossati dai mod.
Il logo del movimento mod è un bersaglio stilizzato, basato
sul simbolo della Royal Air Force.
Gli elementi significativi della subcultura mod sono: il
look curato ed innovativo, la musica black (in particolare il soul, lo ska), la
musica beat, e il rhythm and blues, gli scooter italiani (Vespe e Lambrette),
spesso adornati con molte luci e specchietti supplementari per richiamare
l'attenzione e le notti intere a ballare nei club notturni.
A partire dalla seconda metà degli anni sessanta, i mass
media spesso iniziarono a usare il termine "mod" in un senso più
ampio, per descrivere tutto ciò che si credeva essere popolare, alla moda, o
moderno.
Verso la fine degli anni settanta si sviluppò nel Regno
Unito un mod revival, chiamato anche mod 79, che si espanse poi anche in Nord
America nei primi anni ottanta, in particolare nel sud della California. Infine
si può identificare una terza ondata mod, che va dai primi anni novanta a oggi.
Storia
Il modernismo nasce tra il 1958 e il 1962 nelle zone di
Stepney e Shepherd's Bush a Londra, sulla spinta della ribellione giovanile che
si manifestava nella società dell'epoca: proprio questo clima causò la rottura
tra gli adolescenti ed i loro genitori per le vicendevoli incomprensioni
socio-culturali dovute al fervore innovativo tipico di quegli anni; fin dalla
prim'ora il movimento è caratterizzato da una spiccata predisposizione verso
tutto ciò che è nuovo ed insolito (uno dei motti dei mod era moving and
learning), la cura maniacale del proprio look, e la musica.
Origini
I primi mod non usavano riunirsi in gruppi, né seguire uno
stile ben preciso, ma si può comunque ritrovare un look comune nei tagli di
capelli new french line, abiti sartoriali italiani, giacche strette a tre o
quattro bottoni, e pantaloni stretti e affusolati (storicamente del modello
Sta-Prest) che non terminavano mai a più di due centimetri dalla scarpa.
Tra i negozi di abbigliamento, i punti di riferimento erano
John Stephens in Beak Street e, poi, Cecil Gee e Lou Austin in Shaftesbury
Avenue, Vince in Newburgh Street, His Clothes in Carnaby Street, ma anche Sam
Arkus nel West End, Lou Rose nell'East End, e Bilgorri a Bishopsgate. In
particolare i mod vi ricercavano abiti firmati Fred Perry, Lonsdale, e Ben
Sherman.
Sulla base dell'attrazione per lo stile italiano prese piede
l'utilizzo di scooter italiani (Vespe e Lambrette) come mezzo di trasporto; per
proteggere gli abiti sartoriali durante gli spostamenti in motorino, i mod
iniziarono allora a indossare i giacconi Parka già comuni tra gli scooter boy.
Dal punto di vista culturale, i mod erano soliti guardare
film d'essai francesi e italiani, e leggere riviste di moda italiane.
Non esisteva e non esiste tutt'oggi un unico genere musicale
mod, ma piuttosto un insieme di generi tradizionalmente ascoltati dai mod,
riconducibili, sotto vari aspetti, agli anni sessanta che per semplificare
divideremo in due filoni principali:
Il primo fa principalmente riferimento alla musica nera statunitense
degli anni sessanta, come il soul, lo ska, e il rhythm and blues (in
particolare della Motown Records), ma anche, in misura minore, il jazz e il
bluebeat.
Il secondo rimanda invece alla musica beat e, più in
generale, al fenomeno della British invasion, della quale hanno fatto parte gli
Who, gli Small Faces, i Kinks, lo Spencer Davis Group, gli Action, The
Yardbirds, gli Artwoods e i Creation.
La diffusione della cultura mod si ebbe circa dal 1962 al
1965, quando i mod cominciarono a non avere più un'estrema cura del look per
dedicarsi maggiormente agli scooter, alla musica e alla sperimentazione di
droghe, in particolare le anfetamine. Bisogna ricordare che all'epoca le
anfetamine erano legali e potevano venire prescritte da un medico mediante il
rilascio di una comune ricetta (normalmente venivano raccomandate per dimagrire
in quanto anoressizzanti); inizialmente l'uso delle anfetamine non aveva lo
scopo di portare allo "sballo" ma semplicemente a massimizzare il
tempo libero, riducendo il bisogno di sonno, che normalmente era costretto dai
ritmi lavorativi. Grazie alle pastiglie di "speed" i modsters
potevano dedicarsi alla musica, alla danza, alla frequentazione di cafés e
locali per buona parte del week-end prima di tornare lunedì alle loro usuali
occupazioni. Proprio l'uso di droghe portò ad una serie di modifiche
all'interno della subcultura, che cominciò via via a gerarchicizzarsi al
proprio interno, proprio per distinguere i fondatori del genere mod dai nuovi
aderenti allo stile.
Dal 1966 in poi, sotto l'influenza delle nuove sostanze da
club (LSD in particolare) e della nuova ondata proveniente dalla California
(psichedelia), il movimento cominciò a mutare e a frammentarsi generando altri
stili. L'ala più legata alla moda "Carnaby", generò un tipo di musica
chiamato "Freakbeat" che manteneva la forma-canzone nella lunghezza
del brano e nella melodia, pur con un'intenzione chiaramente psichedelica. I
capostipiti musicali del movimento, Who E Small Faces in primis, fedeli
all'importante concetto del "Moving and Learning" adottarono
immediatamente la "new thing" seguiti da ottimi gruppi come:
Creation, Eyes, Fleur De Lys, Attack,Cryan Sames,Pretty Things ect.ect.
Un'altra ala si caratterizzò maggiormente in stile "workin' class",
con capelli ancora più corti, bretelle e jeans Levis con doppio risvolto hard
mod e furono forse quelli che di più si distaccarono dalla subcultura originale
e che saranno successivamente riconosciuti come i primi skinhead.
Mod revival
Durante i tardi anni settanta il movimento mod affievolitosi
lungo il decennio, visse un'ondata revivalistica; dapprima in Inghilterra per
poi espandersi in America, e successivamente nel resto d'Europa durante i primi
anni ottanta.
Il trampolino di lancio di questa nuova ondata fu la combinazione
fra l'uscita nelle sale cinematografiche del film Quadrophenia di Franc Roddam,
e la nascita di gruppi punk dai forti connotati mod; primi su tutti i The Jam.
Il mod revival pur ispirandosi ai mod originali, pone alcune
differenze sostanziali sia dal punto di vista estetico sia musicale, proponendo
un look più stravagante, composto da abiti dai colori e dalle fantasie più
vivaci ed eccentriche, e da una crescente affezione nei confronti dei gruppi
musicali (principalmente punk e 2 tone ska) della scena.
Al contempo durante i Mod allnighter il northern soul viene
definitivamente consacrato come genere musicale predominante, a discapito del
mod jazz, dello ska, del rhythm and blues e del soul americano, che avevano
caratterizzato la prima epoca.
La terza ondata
La terza ondata mod viene collocata all'incirca nei primi
anni novanta, grazie alla diffusione dell'acid-jazz e del britpop. Molti di
questi mod si trovarono in difficoltà al confronto coi precedenti revivalisti,
sia per una questione d'abbigliamento, sia per un cambio di idee seguito
all'evoluzione socio-culturale; questi ultimi cominciarono a ricorrere ad un
abbigliamento vintage o moderno che si rifaceva allo stile degli anni settanta,
periodo in cui affondava la musica contemporanea da loro prediletta.
Si può dire che la terza ondata in sé non ha portato grandi
cambiamenti alla scena mod già esistente, come successe nel 1979 con il mod
revival, ma ha semplicemente fatto riscoprire ai giovani dell'epoca lo spirito,
e lo stile mod dei decenni precedenti.
In particolare il britpop viene considerato, soprattutto nel
Regno Unito, come la terza ondata mod per eccellenza, grazie alle numerose
influenze musicali di gruppi degli anni sessanta o legati alla scena modernista
originale su gruppi che hanno raggiunto l'apice del successo negli anni novanta
come Blur, Oasis, Ocean Colour Scene e Pulp.
Gli Oasis collaborano spesso con Paul Weller e con gli Who,
e Liam Gallagher ha spesso sfoggiato nelle apparizioni un look tipicamente mod,
oltre ad aver lanciato una catena d'abbigliamento ispirata ai modernisti.[4]
Un altro filone musicale moderno che si rifà al mod revival
è inoltre l'indie rock: pur essendo un genere molto ampio che comprende diverse
varietà di artisti, all'interno della scena indie si sono realizzate nicchie di
chiara ispirazione modernista. Un esempio su tutti sono i Last Shadow Puppets,
gruppo di Miles Kane e Alex Turner, leader del gruppo indie-rock degli Arctic
Monkeys, anch'essi molto apprezzati. Altri gruppi che rientrano nel filone mod
di terza generazione sono inoltre i britannici The Enemy, The Ordinary Boys, i
Kaiser Chiefs e i Twisted Wheel. Tutti questi gruppi hanno poco in comune con
quelli della scena mod musicale degli anni sessanta e settanta, ma sono
considerati da alcuni semplicemente come un'attualizzazione o emulazione delle
sonorità e dello stile di allora.
Scontri con altri movimenti giovanili
I mod si scontrarono spesso con altri movimenti giovanili,
primi fra tutti con i rocker, e più tardi con i punk (il gruppo punk Exploited
scrisse anche una canzone al riguardo contro i mod intitolata Fuck The Mods).
Gli attriti talvolta degenerarono in vere e proprie battaglie tra le differenti
fazioni rivali nelle strade cittadine, come accadde sul lungomare di Brighton e
su quello di Margate.
Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Mod_(subculture)
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