venerdì 11 gennaio 2013

We are MODS!


Il termine mod, abbreviativo di modernism (termine coniato inizialmente per definire i fan del "modern jazz"), fa riferimento alla subcultura giovanile che si sviluppò a Londra, nel Regno Unito, nei tardi anni cinquanta e raggiunse il picco di popolarità nel decennio successivo.
Il logo identificativo del movimento mod è il simbolo della Royal Air Force (l'aeronautica militare britannica), spesso presente sui giacconi Parka indossati dai mod.


Il logo del movimento mod è un bersaglio stilizzato, basato sul simbolo della Royal Air Force.


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Gli elementi significativi della subcultura mod sono: il look curato ed innovativo, la musica black (in particolare il soul, lo ska), la musica beat, e il rhythm and blues, gli scooter italiani (Vespe e Lambrette), spesso adornati con molte luci e specchietti supplementari per richiamare l'attenzione e le notti intere a ballare nei club notturni.
A partire dalla seconda metà degli anni sessanta, i mass media spesso iniziarono a usare il termine "mod" in un senso più ampio, per descrivere tutto ciò che si credeva essere popolare, alla moda, o moderno.
Verso la fine degli anni settanta si sviluppò nel Regno Unito un mod revival, chiamato anche mod 79, che si espanse poi anche in Nord America nei primi anni ottanta, in particolare nel sud della California. Infine si può identificare una terza ondata mod, che va dai primi anni novanta a oggi.

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Storia

Il modernismo nasce tra il 1958 e il 1962 nelle zone di Stepney e Shepherd's Bush a Londra, sulla spinta della ribellione giovanile che si manifestava nella società dell'epoca: proprio questo clima causò la rottura tra gli adolescenti ed i loro genitori per le vicendevoli incomprensioni socio-culturali dovute al fervore innovativo tipico di quegli anni; fin dalla prim'ora il movimento è caratterizzato da una spiccata predisposizione verso tutto ciò che è nuovo ed insolito (uno dei motti dei mod era moving and learning), la cura maniacale del proprio look, e la musica.

Origini

I primi mod non usavano riunirsi in gruppi, né seguire uno stile ben preciso, ma si può comunque ritrovare un look comune nei tagli di capelli new french line, abiti sartoriali italiani, giacche strette a tre o quattro bottoni, e pantaloni stretti e affusolati (storicamente del modello Sta-Prest) che non terminavano mai a più di due centimetri dalla scarpa.
Tra i negozi di abbigliamento, i punti di riferimento erano John Stephens in Beak Street e, poi, Cecil Gee e Lou Austin in Shaftesbury Avenue, Vince in Newburgh Street, His Clothes in Carnaby Street, ma anche Sam Arkus nel West End, Lou Rose nell'East End, e Bilgorri a Bishopsgate. In particolare i mod vi ricercavano abiti firmati Fred Perry, Lonsdale, e Ben Sherman.



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Sulla base dell'attrazione per lo stile italiano prese piede l'utilizzo di scooter italiani (Vespe e Lambrette) come mezzo di trasporto; per proteggere gli abiti sartoriali durante gli spostamenti in motorino, i mod iniziarono allora a indossare i giacconi Parka già comuni tra gli scooter boy.
Dal punto di vista culturale, i mod erano soliti guardare film d'essai francesi e italiani, e leggere riviste di moda italiane.
Non esisteva e non esiste tutt'oggi un unico genere musicale mod, ma piuttosto un insieme di generi tradizionalmente ascoltati dai mod, riconducibili, sotto vari aspetti, agli anni sessanta che per semplificare divideremo in due filoni principali:
Il primo fa principalmente riferimento alla musica nera statunitense degli anni sessanta, come il soul, lo ska, e il rhythm and blues (in particolare della Motown Records), ma anche, in misura minore, il jazz e il bluebeat.
Il secondo rimanda invece alla musica beat e, più in generale, al fenomeno della British invasion, della quale hanno fatto parte gli Who, gli Small Faces, i Kinks, lo Spencer Davis Group, gli Action, The Yardbirds, gli Artwoods e i Creation.
La diffusione della cultura mod si ebbe circa dal 1962 al 1965, quando i mod cominciarono a non avere più un'estrema cura del look per dedicarsi maggiormente agli scooter, alla musica e alla sperimentazione di droghe, in particolare le anfetamine. Bisogna ricordare che all'epoca le anfetamine erano legali e potevano venire prescritte da un medico mediante il rilascio di una comune ricetta (normalmente venivano raccomandate per dimagrire in quanto anoressizzanti); inizialmente l'uso delle anfetamine non aveva lo scopo di portare allo "sballo" ma semplicemente a massimizzare il tempo libero, riducendo il bisogno di sonno, che normalmente era costretto dai ritmi lavorativi. Grazie alle pastiglie di "speed" i modsters potevano dedicarsi alla musica, alla danza, alla frequentazione di cafés e locali per buona parte del week-end prima di tornare lunedì alle loro usuali occupazioni. Proprio l'uso di droghe portò ad una serie di modifiche all'interno della subcultura, che cominciò via via a gerarchicizzarsi al proprio interno, proprio per distinguere i fondatori del genere mod dai nuovi aderenti allo stile.
Dal 1966 in poi, sotto l'influenza delle nuove sostanze da club (LSD in particolare) e della nuova ondata proveniente dalla California (psichedelia), il movimento cominciò a mutare e a frammentarsi generando altri stili. L'ala più legata alla moda "Carnaby", generò un tipo di musica chiamato "Freakbeat" che manteneva la forma-canzone nella lunghezza del brano e nella melodia, pur con un'intenzione chiaramente psichedelica. I capostipiti musicali del movimento, Who E Small Faces in primis, fedeli all'importante concetto del "Moving and Learning" adottarono immediatamente la "new thing" seguiti da ottimi gruppi come: Creation, Eyes, Fleur De Lys, Attack,Cryan Sames,Pretty Things ect.ect. Un'altra ala si caratterizzò maggiormente in stile "workin' class", con capelli ancora più corti, bretelle e jeans Levis con doppio risvolto hard mod e furono forse quelli che di più si distaccarono dalla subcultura originale e che saranno successivamente riconosciuti come i primi skinhead.

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Mod revival

Durante i tardi anni settanta il movimento mod affievolitosi lungo il decennio, visse un'ondata revivalistica; dapprima in Inghilterra per poi espandersi in America, e successivamente nel resto d'Europa durante i primi anni ottanta.
Il trampolino di lancio di questa nuova ondata fu la combinazione fra l'uscita nelle sale cinematografiche del film Quadrophenia di Franc Roddam, e la nascita di gruppi punk dai forti connotati mod; primi su tutti i The Jam.
Il mod revival pur ispirandosi ai mod originali, pone alcune differenze sostanziali sia dal punto di vista estetico sia musicale, proponendo un look più stravagante, composto da abiti dai colori e dalle fantasie più vivaci ed eccentriche, e da una crescente affezione nei confronti dei gruppi musicali (principalmente punk e 2 tone ska) della scena.
Al contempo durante i Mod allnighter il northern soul viene definitivamente consacrato come genere musicale predominante, a discapito del mod jazz, dello ska, del rhythm and blues e del soul americano, che avevano caratterizzato la prima epoca.




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La terza ondata 

La terza ondata mod viene collocata all'incirca nei primi anni novanta, grazie alla diffusione dell'acid-jazz e del britpop. Molti di questi mod si trovarono in difficoltà al confronto coi precedenti revivalisti, sia per una questione d'abbigliamento, sia per un cambio di idee seguito all'evoluzione socio-culturale; questi ultimi cominciarono a ricorrere ad un abbigliamento vintage o moderno che si rifaceva allo stile degli anni settanta, periodo in cui affondava la musica contemporanea da loro prediletta.
Si può dire che la terza ondata in sé non ha portato grandi cambiamenti alla scena mod già esistente, come successe nel 1979 con il mod revival, ma ha semplicemente fatto riscoprire ai giovani dell'epoca lo spirito, e lo stile mod dei decenni precedenti.
In particolare il britpop viene considerato, soprattutto nel Regno Unito, come la terza ondata mod per eccellenza, grazie alle numerose influenze musicali di gruppi degli anni sessanta o legati alla scena modernista originale su gruppi che hanno raggiunto l'apice del successo negli anni novanta come Blur, Oasis, Ocean Colour Scene e Pulp.
Gli Oasis collaborano spesso con Paul Weller e con gli Who, e Liam Gallagher ha spesso sfoggiato nelle apparizioni un look tipicamente mod, oltre ad aver lanciato una catena d'abbigliamento ispirata ai modernisti.[4]
Un altro filone musicale moderno che si rifà al mod revival è inoltre l'indie rock: pur essendo un genere molto ampio che comprende diverse varietà di artisti, all'interno della scena indie si sono realizzate nicchie di chiara ispirazione modernista. Un esempio su tutti sono i Last Shadow Puppets, gruppo di Miles Kane e Alex Turner, leader del gruppo indie-rock degli Arctic Monkeys, anch'essi molto apprezzati. Altri gruppi che rientrano nel filone mod di terza generazione sono inoltre i britannici The Enemy, The Ordinary Boys, i Kaiser Chiefs e i Twisted Wheel. Tutti questi gruppi hanno poco in comune con quelli della scena mod musicale degli anni sessanta e settanta, ma sono considerati da alcuni semplicemente come un'attualizzazione o emulazione delle sonorità e dello stile di allora.

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Scontri con altri movimenti giovanili

I mod si scontrarono spesso con altri movimenti giovanili, primi fra tutti con i rocker, e più tardi con i punk (il gruppo punk Exploited scrisse anche una canzone al riguardo contro i mod intitolata Fuck The Mods). Gli attriti talvolta degenerarono in vere e proprie battaglie tra le differenti fazioni rivali nelle strade cittadine, come accadde sul lungomare di Brighton e su quello di Margate.


Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Mod_(subculture)



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