martedì 7 gennaio 2014

Il mio libro dedicato al Preston North End

E' disponibile il libro scritto da Sergio Tagliabue "Conor Adam" dedicato al PNE ed intitolato "Il Preston North End per Me", editore Urbone Publishing, un libro che parla della passione per questo Club, ma anche della sua gloriosa storia fin dalle sue origini.
Un libro di quasi 500 pagine, ogni riga scritta con grande passione, un lavoro faticoso, ma piacevole, un libro il cui obiettivo non sarà quello del numero di copie vendute, ma piuttosto quello di far conoscere questo meraviglioso Club anche in Italia e soprattutto quello di trasmettere un tifo ed un amore totale verso il glorioso Preston North End FC.
La speranza è quella di riuscire a trasmettere qualcosa di positivo e sincero, non è certo un compito facile dato che si tratta spesso di emozioni difficilmente descrivibili a parole, e di far capire come un italiano possa essersi appassionato ad una squadra inglese, tra l'altro, nemmeno così famosa e vincente.
L'intento è anche quello di poter realizzare una versione scritta in lingua inglese, ma attualmente non è ancora certa, dato che sarebbe senza dubbio molto bello che anche i tifosi inglesi del PNE potessero leggere questo libro e capire quanto Conor ed i GBS siano realmente appassionati alla loro squadra, ma anche perchè, comunque, si tratta di un libro nella quale viene narrata dettagliatamente la storia del North End e che soprattutto parla proprio di loro, dei tifosi.

Questo è il link al sito della Casa Editrice per poter acquistare il libro:


http://www.urbone.eu/obchod/il-preston-north-end-per-me


Presto sarà disponibile anche sul sito Amazon.it


Di seguito la presentazione del libro:


"La nascita di una passione, la crescita di un tifo, il tifo per una squadra di calcio, anzi, per una squadra di football britannico, il Preston North End FC, attraverso il racconto delle emozioni vissute nel personale “When Saturday Comes” dell’autore, dai pomeriggi solitari passati davanti al PC ad ascoltare le radiocronache delle partite della squadra del cuore, alle splendide esperienze vissute dal vivo nel leggendario Deepdale e durante il Gentry Day a Londra in compagnia dei tifosi, quelli veri, quelli che ci sono sempre, tra le note di “Can’t Help Falling in Love” e la follia per un gol all’87° minuto nella partita più importante, il derby contro il Blackpool FC.
Ma anche la storia dettagliata del Club, dalle sue origini, fino ai giorni nostri, attraverso il racconto, anche un po’ sognato ed immaginato, di quella splendida stagione, quella del 1888/89, quella degli Invincibili del Preston North End, passando dalla FA Cup del 1938 alla Leggenda di Sir Tom Finney.
E poi l’incontro con Will Hayhurst, giovane emergente della squadra attuale, un rapporto che va oltre il football, la sua storia, le sue speranze, e per finire un saluto a tutti i Northenders ed ai G.B.S., i Gigli Bianchi Supporters, il Fans Club Italiano Ufficiale del Preston North End.
Un libro per tutti gli appassionati di football, un libro per i tifosi, quelli che ancora sanno emozionarsi."



Questa invece è la prefazione del libro scritta da Simone Galeotti:



"Aggrappati alla storia. Cullati dalla leggenda, entrati di diritto nel mito, per sempre. Oltre le distanze e il tempo. Perché il tempo alla fine come spiegano bene fisici antichi e moderni non è una linea retta, ma un moto circolare, contingente al tempo stesso. La teoria dell’eterno ritorno. Ora, a essere sinceri, che il Preston North End torni a vincere il campionato inglese per due volte consecutive sembra però teoria fin troppo azzardata e complessa. Che questo club invece abbia esercitato e continui a farlo un fascino straordinario è attualità stretta. Occorrono elementi per sviluppare la formula, questo è chiaro. Serve passione, serve romanticismo, serve la volontà dettata da un impulso interiore, che prima sbircia in Great Queen Street a Londra il 26 ottobre 1863 dove dentro la Taverna dei Framassoni, i rappresentanti di undici club fondano la Football Association, e scrivono le regole del calcio, e poi, rimbalza a nord verso il Lancashire, a Preston, dove sempre in quell’anno viene fondato un primo sodalizio sportivo di cricket originariamente in maglia bianco-blu, ma che successivamente vincerà trasformato in entità calcistica, i primi due tornei ufficiali disputati in Inghilterra. Elementi e doti che Sergio “Conor Adam” possiede da sempre nel suo ardente interesse e vibrante sostegno, per il club di questa cittadina e nell'amore per il calcio britannico più in generale. Che cosa spinga un ragazzo di Lecco ad affezionarsi a tal punto al Preston North End, a fondare un Blog su Internet sempre aggiornato e vivace, a spendere dei soldi per fare qualche viaggio nel profondo nord ovest inglese che sa di brughiera e di cotone, alla ricerca di questo humus di desiderio, al punto, adesso, anche di cimentarsi nella scrittura di un libro che attraversa la storia dei Lilywhites, è argomento difficile da spiegare. Sono quelle tesi su cui argomentare davanti a un’aula di scettici “italioti” miscredenti, rende difficile l’assoluzione finale della corte. Ma, se si parte dal concetto che in democrazia si legifera che la libertà nei termini consentiti è sacra e inviolabile per tutti, allora dovrebbe esserlo anche il tifo nello sport, nella disciplina che più di ogni altra ha scatenato pulsioni e letteratura: il calcio. Anzi il football, perché ci tengo che i padri fondatori mi strizzino l’occhio se tendo a usare termini più confacenti alla terra d’Albione. Esserlo nell’accezione che ognuno si senta libero di sostenere qualunque squadra rientri nella sua sfera di grazia, senza obbligatoriamente fermarci sulle frontiere della nostra nazione di nascita. Sergio l’ha fatto. Ha avuto un’illuminazione, signori, folgorato, non sulla via di Damasco come San Paolo, ma su quella di Preston. In fondo la capitale del Lancashire, una cittadina di appena 130 mila abitanti, con la religione pare abbia un rapporto stretto. Il nome sembra derivi dal toponimo “priests town”, la città dei preti, coniato quando la zona era dominata da un’importante priorato, e il coat of arms locale a sfondo religioso rappresenta un agnello che porta una croce. Lo stesso mistico stemma della squadra di calcio. E quando il Signore chiama, la sua volontà non conosce ostacoli.. Chi ha chiamato Sergio non sarà forse un entità divina, o meglio, sportivamente potrebbe benissimo esserlo. Lui è il maggiore William Sudell, un personaggio assai poco ortodosso, padrone di una manifatturiera, cui va ascritto il merito attraverso un abile lavoro diplomatico di aver convinto la Federazione che nel frattempo si era presa la briga di squalificare il North End, a retribuire i giocatori, e a legalizzare il professionismo. Non solo. E’ lui che decide chi comprare e chi vendere, è lui che gestisce arbitrariamente i soldi del club ed è sempre lui che supervisiona gli allenamenti decidendo poi la formazione da mettere in campo. Tutto ciò senza la minima interferenza decisionale del comitato dirigenziale. Dopo aver vinto anche questa battaglia, Sudell riuscì a creare la chimica giusta per dare forma ad una squadra quasi imbattibile, non a caso soprannominata The Invincibles che dalla stagione 1888-89 adotterà le splendide maglie bianche. Lui, forse, è stato il primo a chiamare Sergio, e insieme a lui si sono presentati alla porta le leggende successive. Il leggendario portiere Alan Kelly, Tom Finney, il più grande di tutti, il classico ragazzo della porta accanto, passato alla storia come “for his genius and gentlemanly conduct”; e poi l’iconico scozzese Billy Shankly. Quando ti chiama certa gente, non puoi resistere al richiamo. In questo suo libro sulla storia del PNE, Sergio sovrappone, i perché della sua passione e l’evolversi della storia generale del PNE, i dettagli su alcuni momenti indimenticabili e importanti, gli Invincibili, ma non solo, la FA CUP vinta nel 1938, e le finali purtroppo perse nel 1954 e nel 1964, il già citato Finney, insieme ai racconti delle partite che personalmente ha visto in quel delizioso stadio che porta il nome di Deepdale, e che lo ha accolto in maniera sorprendente.. certamente non potranno mancare i riferimenti alla nascita del fans club italiano e alle sue attività. E così, la passione di Sergio si alimenta, vorace, cercando di fagocitare anche quello che forse ancora non conosce, quel poco o tanto che magari ancora non ha scoperto, gli è sfuggito, ma che lui indomito continuerà a cercare. Lo farà sicuramente in quelle zone lontane, oscure e nebbiose, di fine ottocento, che oggi aleggiano di mistero, ma nelle zone d'ombra se ci sono, ti si crea intorno ancora più spazio, per farci entrare dei sogni interi. Sogni, come quello che un giorno o l’altro, i gigli bianchi tornino a sedersi sul trono d’Inghilterra. Per adesso mettetevi comodi e leggetevi una fiaba inglese. Auguri Sergio, e Preston North End till we die!  "   



INTRODUZIONE

Questo libro è dedicato ai tifosi.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi dopo un gol, un gol segnato non per forza durante una finale di una competizione importante, un gol segnato in un qualsiasi campo di calcio, un gol che per molti non significa nulla, ma che per quel tifoso significa tutto, un gol che forse non decide campionati e coppe, ma questioni più importanti come onore, orgoglio e passione.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per il solo fatto di essere lì, lì in uno stadio semplicemente a tifare e quindi a soffrire, gioire, piangere, esultare, cantare, sperare, pregare, incitare, imprecare.. essere lì per questione di fede verso la propria squadra.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per la gioia di stare insieme e condividere la passione per la propria squadra, stare insieme in uno stadio anche scomodo magari, anche sotto la pioggia, anche in una fredda sera invernale di martedì, in una trasferta per un turno infrasettimanale..
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per una bella giocata, per una parata spettacolare, per la grinta e l’impegno messo in campo dai propri giocatori e non necessariamente per il risultato finale, continuando a supportare sempre la squadra anche nei momenti difficili.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi a sognare. Sognare una vittoria in una partita di non league, una vittoria che vale un giant killing in Fa Cup, una vittoria in un derby; o sognare di andare a Wembley a giocarsi tutto, sognare un gol nei minuti di recupero ed esultare come dei matti, sognare e immaginare.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi nei ricordi. Ricordare vecchie emozioni, vecchie partite rispettando la storia, vecchie gioie, vecchi dolori, vittorie e sconfitte, ma sempre ricordi piacevoli se si ama la propria squadra.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi a vedere foto, video, oppure a leggere racconti ed articoli riguardanti la storia del proprio Club e del football in generale, dalle origini fino ad oggi, perché è giusto rispettare ed onorare chi ha contribuito a far diventare grande questo sport, chi ci ha regalato nel corso degli anni emozioni e storie da vivere e da raccontare.
A questi tifosi grazie ai quali il football non morirà mai, almeno fino a quando queste emozioni continueranno a vivere nei loro cuori, fino a quando ci sarà anche solo un tifoso pronto a viverle queste emozioni nonostante nel calcio moderno, purtroppo, sembra che contino di più i soldi, il business, le vittorie prestigiose.
A questi tifosi spero che potrà piacere questo semplice ed umile libro; un libro senza troppe pretese, un libro che in pochi leggeranno, ma che parla di loro, dei tifosi, perché le emozioni che vivo io e che ho cercato di trasmettere attraverso queste pagine sono le stesse che vivono loro.
Squadre diverse, situazioni diverse, storie diverse, ma emozioni simili, passioni vere. E non si tratta solo di football, in queste pagine si parla della voglia di appassionarsi e di lasciarsi trasportare da emozioni sincere che portano una persona a dedicarsi ad esse con impegno e dedizione.
Spesso mi trovo inadeguato, fuori posto e allora mi tuffo istintivamente in questa passione nella quale mi dedico con tutto me stesso dimenticando per qualche momento i problemi della vita quotidiana, le preoccupazioni ed i dolori.
Un libro che non vuole soltanto celebrare la mia squadra, ma piuttosto i tifosi, la gente comune che si appassiona a qualcosa in cui crede fortemente, un libro che vuole cercare di trasmettere passione ed emozioni.
Un libro che non otterrà successo nelle vendite o nelle recensioni, ma che spera di entrare dritto nei cuori di queste persone, persone semplici come me, ma persone che ancora sanno emozionarsi ed appassionarsi.

E allora non resta che ringraziare alcune di queste persone che ho avuto la fortuna di conoscere e con le quali ho avuto il piacere di condividere queste passioni. Senza di loro, senza il loro supporto e appoggio non sarei probabilmente riuscito a coltivare questa passione con la stessa convinzione .

PRESTON

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